La quantità di oggetti connessi fra loro si moltiplica a dismisura ogni giorno, e a volte si rischia di definire IoT ciò che non lo è, o che il settore venga relegato a un immaginario ancora troppo lontano dalla quotidianità. E invece, non serve abitare nella casa di Tony Stark e del suo Jarvis, per avere a che fare con l’Internet delle cose. I semafori così come gli impianti stereo, i sistemi d’irrigazione, sono quelle cose che ormai fanno parte della quotidianità di tutti. (fonte wired)
La rete non cambia gli oggetti solo nella loro funzionalità, ma li migliora, perché la applicazioni possono essere costantemente aggiornate rendendo il dispositivo sempre al passo coi tempi anche a distanza di tempo, rispetto a quando è stato acquistato.
Un esempio di IoT più comune e forse quello con cui avete già avere a che fare anche voi, è la semplice smart tv, con un solo tocco potete riprodurre sul vostro schermo, un video che stavate guardando dal vostro smatphone, senza aver bisogno di cercarlo di nuovo e a volte, senza aver bisogno nemmeno di accendere prima la vostra tv. Oppure le più moderne macchine da cucina, che collegate sempre al nostro smartphone vi permetteranno di cucinare una ricetta direttamente da esso, impostando i programmi e i tempi senza dover consultare gli ormai datati i libri di ricette. In poche parole il nostro smartphone evoluto nei tempi, si è trasformato da semplice telefonino a un telecomando universale per comandare ogni cosa. Uno scettro del potere al quanto pericoloso se messo nelle mani sbagliate, e questo non significa per forza del cattivo di turno pronto alla conquista del mondo, ma anche del vostro bambino di 3 anni che ci sta giocando senza sapere quali guai si appresta a combinare.
E queste tecnologie riescono a ricordare tutto, i nostri stili di vita, le nostre abitudini, in modo da potersi sempre più personalizzare e adattarsi a ogni essere umano. Ma cosa succede se il nostro wi-fi smette di funzionare, o c’è un guasto tecnico alla linea? State tranquilli, non si torna in un attimo all’età della pietra, le moderne tecnologie infatti stanno prevedendo una sorta di memorizzazione tramite Cloud in maniera tale che gli oggetti possano continuare a immagazinare dati anche con l’assenza di connessione, e in modo da poter ritornare al “come nulla fosse successo” non appena essa deciderà di graziarci ancora della sua onniscenza. Tralasciando la quotidianità e ritornando del campo delle “grandi cose” possiamo vedere un esempio pratico “in uno dei robot della Nasa in missione su Marte, che ha continuato, anche in assenza di connessione, a registrare i dati del percorso degli oggetti identificati per poi rispedirli subito al Cloud, appena possibile.” (fonte wired) insomma non ci si salva proprio ormai dall’essere sempre connessi.
Miovision (un sistema intelligente di gestione del traffico) è stato già installato in 28 città negli Stati Uniti, su mille incroci, semafori intelligenti che fanno rivelazione della qualità dell’aria e di imminenti collisioni (avvisando i pedoni). Per non parlare dei sistemi di irrigazione, che tengono conto delle condizioni atmosferiche per conservare e mantenere un terreno sempre in ottime condizioni in qualsiasi tempo.
Tutto questo per dire in sostanza che l’IoT è solo all’inizio della sua già ben avviata e si spera fortunata carriera ma che si l’inizio è già qui, e non in un lontano futuro dai contorni indefiniti. Non più una parola usata dagli esperti o ridefinita in alcuni articoli per appassionati e fantascientisti ma una scia che si spande nell’aria, lasciando un po’ di se dappertutto, dai nostri smartphone ai frigoriferi, e che entra a far parte delle nostre vite quotidiane.